domenica 8 febbraio 2015

La teoria del… tutto il film è curato come un dipinto

 
  The-theory-of-everything

Regia James Marsh Soggetto Jane Wilde Hawking Sceneggiatura Anthony McCarten
Musiche Jóhann Jóhannsson

Con
 Eddie Redmayne|Felicity Jones|David Thewlis|Charlie Cox|Emily Watson
Produzione Regno Unito|2014

 
_ There should be no boundaries to human endeavor.
  However bad life may seem, while there is life, there is hope _


 
La teoria del tutto narra un pezzetto della vita del famoso astrofisico vivente Stephen Hawking, (nato a Oxford nel 1942) in particolare quella ventina d’anni che egli ha vissuto con la sua prima moglie Jane Wilde, conosciuta all’università negli anni ‘60.
Furono quelli anche gli anni in cui gli venne diagnosticata una
malattia degenerativa dei motoneuroni e dunque un futuro intrappolato nel suo stesso corpo, che presto non sarebbe stato più in grado di muoversi, poi di parlare, di mangiare, finanche di respirare. Inizialmente gli erano stati dati due soli anni da vivere e l’amore di Jane riuscì a risollevarlo dalla depressione che lo colse e poi non si trattò più solo di sollevarlo in senso lato perché ben presto egli non poté più muoversi autonomamente.
La sceneggiatura è tratta dalla biografia Travelling to Infinity: My Life with Stephen scritta dalla stessa Jane Wilde Hawking, ricordando la loro vita assieme. A dispetto di ciò che può portare a pensare il titolo, questo film è dunque una storia d’amore e non di fisica, ma come si può facilmente intuire, sarà un amore che deve far fronte a non poche difficoltà.
                   

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                  A destra una foto del matrimonio di Jane e Stephen, a sinistra la scena ricostruita nel film

In questo racconto ci sono due tematiche che si insinuano nella vita quotidiana dei due studenti che saranno poi sposi e poi genitori: sono la scienza e la fede, entrambe a cercar di dar ragione di questa cosa misteriosa che è il tempo, di questa cosa spaventosa che è la vita. Si può esser convinti che una delle due debba comunque prevalere sull'altra. Ma è davvero così?
La scienza è qui duramente impersonata dalla malattia, un aspetto che metterebbe alla prova la fede di chiunque. Eppure è proprio la malattia a permettere a Stephen Hawking una vita che lo porterà a dubitare della sua giovanile certezza: la non esistenza di Dio.
Due temi così grandi sono qui raccontati dolcemente, con discrezione.
Come nella loro relazione, Stephen e Jane non avevano bisogno di molte parole, così non ne ha questo film. 

The-Theory-of-Everything1_ Grazie _
_ Scusa, hai detto qualcosa? _
_ Ho detto... grazie _

  atheory eddie-redmayne-and-felicity-jones-the-theory-of-everything-wallpapers

C'è un momento dove lo spettatore è pronto a pensare che la sceneggiatura avrebbe potuto elargire qualche parola in più, almeno una frase o due, è quando Stephen, ad una conferenza, sembra sbilanciarsi un po’ troppo verso la speranza, per uno che si è sempre detto ateo. Tuttavia anche qui, le parole bastano e avanzano, perché esprimono uno di quei concetti su cui potremmo e dovremmo riflettere per l'eternità, sempre ammesso che l'eternità esista.

_ Finché c'è vita c'è speranza. _

Le implicazioni di questa frase così banale e sdolcinata, pronunciata da Hawking, grazie al suo sintetizzatore vocale, non sono per niente banali o sdolcinate. Le aveva ben presente Jane quando decide di impedire ai medici di effettuare l'eutanasia su suo marito.

Alla buona riuscita di questo film concorrono soprattutto i due interpreti principali Eddie Redmayne e Felicity Jones e chi li ha guidati nella costruzione dei personaggi. Ci offrono due prove da attore veramente eccellenti.

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La cosa che più colpisce è che non c'è un'espressione che non sia voluta e studiata, non un dettaglio fuori posto. Le scene sono curate come fossero un dipinto.
Un dito, la mano, il piede, le labbra, le sopracciglia, nulla è sottovalutato. D'altronde è una scelta scenografica sensata se pensiamo a quei pochi muscoli del volto e degli occhi che oggi permettono a Stephen Hawking di parlare: la tecnologia non li ha sottovalutati, nemmeno questa pellicola lo fa.
Memorabile è la scena in cui Jane e Stephen Hawking decidono che è venuto il momento di separarsi: sono gli sguardi degli attori a raccontare in quaranta secondi la portata di quel momento.
Questa accuratezza nel comporre le scene, oltre ad essere funzionale a quello che è il racconto, è al centro del film e lo fa bello.

teoria del tutto parere

13 commenti:

  1. Che bello, non vedo l'ora di vedere questo film! Ho provato ad andare al cinema la settimana scorsa ma ho sbagliato orario :( Alla fine ho guardato The imitation Game, altro film molto bello, con attori bravissimi!

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    1. Ciao Lisa! Anch'io penso sia molto bello, ma in realtà mi ha un po' deluso. Forse avevo aspettative troppo alte dato il clamore con cui l'hanno accolto... ne parlerò molto probabilmente! :)
      P.S.: hai vinto la mia eterna gratitudine perchè mi hai lasciato il mio primissimo commento! happy!

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  2. Yeah! Che bello :D Sfrutterò in eterno la tua gratitudine, hehehe!
    Potresti organizzare una competizione il cui vincitore sarà in grado di identificare tutti i film che hai scelto per l'immagine qui sopra... Io due non li so proprio e due non li so ma potrei indovinare.

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    1. Sono 9 film essenziali XD Scherzo, sono solo film a cui voglio molto bene! quali ti mancano?
      Per ora niente competizioni mi sa, perchè vinceresti troppo facilmente tu, sei la mia sola lettrice!

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    2. Non per molto, vedrai!
      Dunque, riconosco "ritorno al futuro", "star wars","hook", "Indiana Jones" e "Man in Black". Poi potrebbero esserci "Lessie" e "Casablanca". Ci ho preso? E gli altri?

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    3. score: 4/9 XD
      Dunque mi sa che opterò per fare un articolo con un piccolo commento per ognuno! Lascio un po' di suspense!

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    4. Solo quattro?!? Che vergogna :(
      Aspetterò con ansia il post con le risposte :)

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  3. Io l'ho trovato molto bello,patinatissimo ed esteticamente impeccabile,ma non so perchè,non mi ha commosso,ed io sono una che apre le dighe veramente con poco.Peccato!Cmq un bel film.

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    1. Io di solito non apro i rubinetti ;) , ma ogni film bello ha una sua componente toccante!

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    2. Io sono una frignona irrecuperabile,e di solito in generale empatizzo molto coi personaggi dei film e libri in qualsiasi stato d'animo si trovino ;) ho ceduto solo un attimo alla fine,quando lei le pulisce gli occhiali.....

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    3. Davvero? Nemmeno quando si lasciano o quando lei prova a farlo parlare con la tavoletta delle lettere per la prima volta?

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  4. Quando si lasciano no perchè lei non lo ama più già da una follia di tempo, mi faceva più fastidio vederla stare con lui più per dovere che altro.
    La tavoletta...non saprei,non l'ho trovato un momento toccante.Il che appunto da parte mia è stranissimo.

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    1. il bello è comunque che la commozione dipende comunque da noi! se lo rivedessimo in un altro momento della vita magari piangeremmo ad ogni scena ;)

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