lunedì 23 febbraio 2015

WHIPLASH

Whiplash-Movie-Images
«
Pulite il sangue dalla mia batteria!»

Regia e sceneggiatura Damien Chazelle
Con Miles Teller|J. K. Simmons

Produzione Stati Uniti|2014

spoiler alet3

Whiplash-Scream

Andrew è studente di batteria jazz in una rinomata scuola di musica di Manhattan, ha diciannove anni e non ha un semplice sogno, ha un obiettivo (o forse un'ossessione) ed è diventare uno dei "più grandi". Obiettivo che diventa persino pericoloso quando il ragazzo viene notato da Terence Fletcher, il direttore d'orchestra più autorevole e autoritario del conservatorio; perché Andrew è disposto a tutto pur di arrivare in cima e Fletcher adotta metodi di insegnamento decisamente poco ortodossi.

I protagonisti di questo film sono Miles Teller (Andrew), J. K. Simmons (Terence Fletcher), la batteria, il sangue e il sudore. Tutto il resto fa contorno in un alternarsi elettrizzante di battute di copione e battute di spartito, di pizza e popcorn, di toni tragicomici e toni drammatici.
timthumb.phpMCDWHIP EC005WHIPLASH, 2014

La storia è molto semplice, è la classica storia dello studente ambizioso e del maestro alla ricerca del vero talento (ambizioso a sua volta). I personaggi li abbiamo già visti, quanti insegnanti o superiori o allenatori temibili e urlanti sono già passati alla storia del cinema?
Qui il tutto viene reso nuovamente credibile e accattivante da una buona interpretazione di J. K. Simmons, che ha il merito di non cadere nella macchietta, e da uno stile adrenalinico, ricco di primissimi piani, guizzi di cinepresa e alcune sequenze piuttosto notevoli.

Tuttavia il film tratta alcuni argomenti di fronte ai quali non è affatto sbagliato essere ipercritici. Chi è il maestro, l'insegnante? Come si spinge qualcuno a superare le sue stesse aspettative? Fino a che punto è bene sacrificare tutto per perseguire un obbiettivo? Dov'è il limite?

« Non esistono in qualsiasi lingua del mondo due parole più pericolose di "bel lavoro" »

Questo è quello che pensa il maestro Terence Fletcher. Dire ad un potenziale talento che ha fatto un buon lavoro significa seppellirne il genio. Molto meglio fargli credere di essere una nullità, questo lo spronerà a tirare fuori il meglio del meglio del meglio di sé.
Il maestro ne discute con Andrew quando il ragazzo, incoraggiato dal padre, aveva già lasciato da parte la batteria e soprattutto la sua orchestra, perché era arrivato al limite dell’ossessione.
Allora l'ex-allievo in un momento di saggezza, sorprendente considerato l’atteggiamento avuto sin dall'inizio del film, gli chiede dove si debba porre un limite a questo atteggiamento. Il suddetto talento potrebbe, a furia di piatti e insulti che volano, scoraggiarsi anziché esprimersi meglio, no?
No, il vero genio non si lascerà scoraggiare, a detta di Fletcher. Questo forse è vero, ma non nel modo in cui crede Terence Fletcher e nemmeno nel modo che ci racconta Chazelle.
Andrew, alla fine del film, batte il maestro sul tempo, parola che tanto gli aveva strillato nelle orecchie, e dimostra a lui, a sé stesso, a suo padre e a tutta una platea in ascolto, di che pasta è fatto. Questo è molto bello, ma forse in questo racconto non è abbastanza sottolineato un punto, anzi Il punto: se Andrew ce la fa, non è grazie agli insulti e ai tiri mancini whiplash-1che gli ha giocato il grande maestro; ce la fa perché capisce che non è il giudizio di quel maestro ad interessargli e sicuramente non lo capisce da solo, probabilmente è grazie ad un padre presente, che non ha mai speso fiumi di parole sul suo talento o non talento, ma semplicemente era lì accanto. Lui deve suonare e deve farlo per sé stesso e al servizio di chi lo ascolta, questo vuol dire essere grandi più dei grandi.
Ecco, questo è quello che avrei voluto che mi raccontasse il film e che ho dovuto scegliere di leggere tra le righe.

whiplash3In definitiva il maestro Fletcher non è decisamente un ideale di insegnante, pur se nelle ultime sequenze, in un gesto, sembra dimostrare di essersi ravveduto. A mio personalissimo parere, tra "bel lavoro" e il lancio di un piatto ci sono un sacco di sfumature (ben più di 50!), una per ogni singolo individuo, e un insegnate ha l'ingrato compito di conoscerle tutte e di capire quale usare e quando. Tuttavia c'è il trucco, non è il semplice “dire la cosa giusta al momento giusto” che farà crescere qualcuno, ma un interesse vero e sempre vivo per il proprio allievo, un farsi umili di fronte a lui, gioire e piangere con lui, essere severi quando lui vi vuole complici e complici quando vi vorrebbe severi, perché il più delle volte, lo studente che ha un buon maestro sa quando si merita un rimprovero.
Formare, insegnare, educare o che dir si voglia, è davvero il mestiere più difficile del mondo, forse perché si pone obiettivi impossibili, e allo stesso tempo è il più indispensabile.Whiplash-6206.cr2

Anche questa appena accennata dal film, è la questione delle rinunce fatte in nome di un predeterminato obiettivo.
Se il tuo sogno ti chiede di chiudere fuori dalla tua vita ogni distrazione e quindi anche ogni affetto, è ancora un sogno o è diventato un incubo?
Io penso che piuttosto che la forza di sacrificare una fidanzata o gli amici per un proprio sogno, la vita, la Vita con la v maiuscola, ci chieda di rinunciare ad un pezzetto di quel sogno. Sarebbe meglio darle retta perché infine, quando saremo vecchi e ci guarderemo indietro, scopriremo che il vero sacrificio è solo quello che si fa per la Vita.
Su quest’ultima tematica propongo una riflessione in musica (cliccaci!), spero gradita. Sarò controcorrente, ma penso che a volte la ricerca della perfezione o l'ossessione per la vetta, ci impediscano di godere della bellezza del sentiero. Ci eccitano moltissimo la partenza e il traguardo, ma tutto il resto?, vogliamo forse credere che non valga la pena?

Per dimostrare, inoltre, che “bel lavoro” non è sempre una scelta da scartare vi ricordo il rude supereroe Hancock, che riuscì a comunicare e collaborare con le persone solo dopo aver imparato l'importanza dell'espressione “ottimo lavoro!”. XD

Invece, per restare più seri, lasciate che vi consigli un film che approfondisce il tema della formazione: Les choristes (Francia 2004, Christophe Barratier) E so che ce ne sono tanti, altrettanto belli che ancora devo vedere, dunque siate così gentili da consigliarne qualcuno a me, che sono molto interessata al tema!

WhiplashSimmons

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