domenica 1 marzo 2015

BOYHOOD …or boringhood

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Regia e sceneggiatura Richard Linklater
Con Ellar Coltrane|Ethan Hawke|Patricia Arquette|Lorelei Linklater

Produzione USA|2014

 

Boyhood, ovvero fanciullezza, racconta di un ragazzo che cresce e vive la sua adolescenza e dei suoi genitori separati che invecchiano e maturano nuove e sempre più adulte consapevolezze.
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Un tipico racconto di formazione, interrotto quando ancora nessuno dei personaggi si è del tutto formato, d'altronde nella vita è così: non si finisce mai di crescere. Invece ciò che in questo film non è del tutto normale è che i dodici anni che la storia copre coincidono con gli anni che il regista e sceneggiatore, Richard Linklater, ha impiegato per girarlo. Una scelta sorprendente e intrigante, sicuramente difficile e rischiosa da mettere in pratica, una strada che il regista intraprende coll'evidente desiderio di portare sullo schermo, non una realistica sensazione dello scorrere del tempo, bensì il reale divenire, crescere, invecchiare e trasformarsi.
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Tutti gli aspetti problematici di questa sfida sono curati in maniera ineccepibile, tanto che uno spettatore ignaro (cosa impossibile, dato che il film è stato promosso principalmente divulgando questa sua peculiarità) rimarrebbe sicuramente colpito nel vedere tali trasformazioni dei protagonisti in un'unica pellicola. Perché Boyhood pare davvero un unico film, nonostante la difficoltà di mettere insieme, lungo dodici anni, un materiale omogeneo.

Tuttavia il film è evidentemente spezzettato in tanti piccoli momenti, come se Linklater, per strutturarlo, avesse fatto una tabella che in verticale elencasse gli anni da raccontare affiancati all'occorrenza da uno o due relativi eventi salienti accaduti realmente e in orizzontale i vari protagonisti del film e avesse poi fatto gli incroci compilando ogni campo con un numero uguale di informazioni. A mio parere uno scheletro di questo tipo appiattisce troppo la narrazione. O forse è fatto coll'idea di dargli più realismo? Per dare l'idea dell'inesorabile scorrere del tempo, del regolare passaggio degli eventi quotidiani?
É mia opinione che si possa ottenere lo stesso realismo senza annoiare a morte lo spettatore e sarebbe cosa buona e giusta tentare.

Lo sceneggiatore e regista, di cui avevo piuttosto apprezzato Before sunrise (1995) e mi aveva deluso per il resto della trilogia (Before sunset, 2004 – Before midnight, 2013) che risultava scritta in maniera molto più superficiale, anche in questo film ci offre dei contenuti poco approfonditi e probabilmente particolarmente vicini alla cultura americana degli Stati Uniti, ma meno coinvolgenti per noi.
Ci sono dei momenti sagaci e alcuni momenti molto teneri, altri commoventi e alcuni punti di copione piuttosto interessanti contro alcuni tremendi, si fanno notare due buone interpretazioni, Patricia Arquette in primis e poi Ethan Hawke, ma nel suo insieme tutto questo non sta attaccato troppo bene. Un vero peccato!

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2 commenti:

  1. Bellissima la grafica del tuo blog con i giudizi scritti sul foglietto strappato! :)
    Detto ciò Boyhood non ho ancora avuto occasione di vederlo, mi sono fatta l'idea che potrebbe annoiarmi e dirmi poco, e rimando la visione...

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    1. grazie ;)
      Per me non ti perdi nulla!

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